ASSERT-II: la fibrillazione atriale subclinica è comune, ma non è correlata a precedente ictus nei pazienti più anziani


I pazienti a cui è stato impianto un pacemaker comunemente vanno incontro a episodi di fibrillazione atriale subclinici di breve durata, asintomatici, e a un aumento del rischio di ictus, in base ai risultati dello studio ASSERT-II.

E’stato condotto uno studio di coorte prospettico presso 26 siti in Canada e Paesi Bassi per determinare l'incidenza di fibrillazione atriale subclinica della durata di almeno 5 minuti.

I criteri di inclusione erano rappresentati da pazienti di 65 anni o età superiore con un punteggio CHADS-VASc maggiore di 2, una storia di apnea ostruttiva del sonno, indice di massa corporea ( BMI ) superiore a 30 kg/m2, e segni di allargamento dell’atrio sinistro o un livello sierico di frammento N-terminale del pro-peptide natriuretico di tipo B ( NT-proBNP ) di 290 pg/mL.

Sono stati esclusi dallo studio i pazienti che avevano in precedenza sofferto di fibrillazione atriale o di flutter atriale, i pazienti con impianto di pacemaker o di un defibrillatore, che stavano assumendo terapia anticoagulante orale cronica o avevano in programma di essere sottoposti a intervento cardiochirurgico entro sei mesi.

I 273 pazienti idonei che sono stati arruolati nello studio hanno ricevuto un monitor cardiaco impiantabile.

I pazienti avevano un'età media di 74 anni e il 34% era composto da donne. Il 73% aveva avuto una storia di ipertensione, il 25% era affetto da diabete mellito, il 32% aveva malattia vascolare, l'11% aveva documentazione di apnea del sonno e il 20% aveva una storia di ictus.
Il punteggio medio CHADS-VASc era 4.1.

L'incidenza del tasso annuale di fibrillazione atriale subclinica è stata del 34.4% ( IC 95%, 27.7-42.3 ) per episodi di almeno 5 minuti, 21.8% ( IC 95%, 16.7-27.8 ) per episodi di almeno 30 minuti, 7.1% ( IC 95%, 4.5-10.6 ) per episodi di almeno 6 ore, e 2.7% ( IC 95%, 1.2-5 ) per episodi di almeno 24 ore.

I pazienti con fibrillazione atriale subclinica erano più anziani ( 75 anni vs 73 anni ) rispetto a quelli senza questa condizione ( P = 0.008 ), ma la maggior parte delle altre caratteristiche di base tra i gruppi non differivano, tra cui un primo ictus ( fibrillazione atriale subclinica, 52.2%; nessuna fibrillazione atriale subclinica, 45.8%; P = 0.325 ).
L'eccezione era rappresentata dalla storia di insufficienza cardiaca, che era più comune nei pazienti senza fibrillazione atriale subclinica ( 3.3% vs 11.4%; P= 0.027 ).

La fibrillazione atriale subclinica è risultata più comune nei pazienti con un volume dell'atrio sinistro di almeno 73.5 ml rispetto a quelli con un volume inferiore ( tasso annuale, 51.85% contro 27.41%; hazard ratio, HR=1.85; IC 95%, 1.13-3.03 ). ( Xagena2016 )

Fonte: American Heart Association ( AHA ) Scientific Sessions, 2016

Cardio2016 Neuro2016



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